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La stessa patologia rivela non tendenze innate “cattive” ma semplici intoppi sul cammino evolutivo,superabili con una presa d’atto e di responsabilità. La responsabilità, insieme alla libertà e alla creatività, costituisce il segno distintivo della persona sana.

Il Counseling è un (relativamente) recente tipo di relazione d’aiuto che si basa su un’intuizione di Carl Rogers, uno degli studiosi e psicoterapeuti che, insieme ad Abraham Maslow e Rollo May, è stato fondatore di quella corrente chiamata psicologia umanistica. La psicologia umanistica ha abbandonato la visione centrata sulla patologia per studiare e valorizzare gli aspetti sani dell’individuo e le sue potenzialità di crescita. A ogni individuo essa ha restituito una natura interiore fondamentalmente positiva, capace di perseguire un’autorealizzazione sempre più piena. La stessa patologia rivela non tendenze innate “cattive” ma semplici intoppi sul cammino evolutivo, superabili con una presa d’atto e di responsabilità. La responsabilità, insieme alla libertà e alla creatività, costituisce il segno distintivo della persona sana.

La psicologia umanistica ha attuato una vera “rivoluzione copernicana” nella relazione d’aiuto: il suo obiettivo non è la guarigione attuata da un esperto che interpreta, propone soluzioni e manipola, ma l’aiuto al processo di crescita della persona, basato su una spinta naturale presente nella natura umana; la persona che si rivolge al terapeuta viene considerata l’unico esperto della sua situazione e l’unico in grado di trovare una soluzione soddisfacente (perché personale e creativa). Muta radicalmente il rapporto fra operatore e quello che prima si chiamava paziente e ora viene definito (come in un rapporto paritario di scambio) cliente: il focus non è più il problema o il sintomo ma l’individuo nella sua totalità di essere per cui quel problema rappresenta una svolta evolutiva (approccio centrato sulla persona).

Il Counseling lavora su queste premesse, sollecitando la persona fondamentalmente sana a prendersi cura di se stessa. Esso «può essere definito come la conduzione di colloqui che coinvolgono temi personali privati ed emotivamente significativi per l’interlocutore, in cui questo viene “aiutato ad aiutarsi”, a gestire i suoi problemi utilizzando le proprie risorse personali, senza dipendere da interpretazioni, consigli o direttive forniti da un altro, per quanto “esperto” possa essere».

L’etimologia del nome riconduce al latino consulo, cioè aver cura, venire in aiuto. Il Counseling ha carattere non-terapeutico, sostanzialmente educativo (nell’ambiente si dice «se arriva in tempo è educazione, se arriva tardi è terapia»). La crescita personale è penosamente ignorata dalla cultura contemporanea, al massimo identificata con la crescita intellettuale; della maturazione affettiva, sociale, etica, spirituale quasi nessuno di fa carico (certo non la scuola, spesso neanche la famiglia), ed essa viene lasciata al caso, all’intervento delle circostanze della vita. Le persone che si rivolgono al Counseling portano di solito problemi che hanno la loro origine nel bisogno di una maggiore maturazione in tali ambiti: problemi relazionali, scelte difficili, confusione, bisogni insoddisfatti, mancanza di senso della vita.

Il Counseling non agisce sui casi in cui si intuisce sia in atto una patologia psichica, una forte nevrosi; dove quindi ci sia un Io debole e sia necessaria una ristrutturazione di personalità. È un’arte “maieutica”, può essere trasversale a molte professioni d’aiuto e di educazione (non solo psicologi ma anche medici, assistenti sociali, insegnanti, sacerdoti ecc.)

Nella relazione di Counseling è fondamentale il rapporto di fiducia che si crea fra counselor e cliente; il counselor poggia tutto il suo intervento sulla profonda fiducia nelle possibilità del cliente di risolvere il suo problema e di accedere a tutto il suo potenziale umano ancora da scoprire (con una visione pessimistica della natura umana, senza questo tipo di fiducia non è possibile Counseling); il cliente pian piano impara a fidarsi del counselor come di chi lo accetta, lo rispetta nella sua sofferenza e lo può aiutare senza imporgli nulla. Questo tipo di relazione ha già di per sé l’effetto di sollevare il cliente e spesso di sbloccare la situazione. Nel Counseling a determinare il successo del percorso è la qualità della relazione che si instaura.

Qualità del counselor

La necessità fondamentale è che il counselor abbia sperimentato in prima persona un percorso di crescita personale, che abbia affrontato i problemi personali che potrebbero viziare la sua percezione e impedirgli una relazione serena col cliente. Nell’insieme si tratta di qualità di comunicazione non direttiva:

  • accettazione, senza valutazioni (neanche positive) o interpretazioni; riguarda il cliente nella sua totalità, nelle sue manifestazioni esteriori, nelle sue motivazioni e convinzioni (soprattutto se diverse da quelle del counselor); in una prima fase del counseling l’accettazione del counselor serve a vicariare quella mancante del cliente (che ancora non si accetta), attraverso questa anche il cliente impara ad accettarsi;

  • comprensione, o empatia: “sentire il mondo personale dell’altro come se fosse il nostro senza mai perdere la qualità del ‘come se’; sentire l’ira, la paura, il turbamento del cliente come se fossero nostri, senza però aggiungervi la nostra ira, la nostra paura, il nostro turbamento. Ciò richiede una percezione esatta e consapevole dei nostri spazi e dei nostri confini, essersi precedentemente cercati come individui e infine trovati”; è ascolto profondo, attento al verbale e al non verbale; si differenzia dall’interpretazione perché non aggiunge niente di proprio a ciò che il cliente sta portando; incoraggia il cliente, che si sente capito;

  • congruenza: nel counselor, coerenza fra sentimenti provati e espressione nei confronti del cliente; può essere anche detta autenticità; richiede che il counselor sia sempre in ascolto di ciò che prova nei confronti del cliente, perché non ci sia discrepanza fra ciò che sente e ciò che manifesta, cosa che può indurre in confusione il cliente (che la percepisce chiaramente) e compromettere il rapporto di fiducia;

  • comunicazione efficace di tutto questo al cliente (accettazione, empatia, autenticità); un caso particolare è quello del silenzio, di cui il counselor deve saper riconoscere la natura e che deve saper sopportare e gestire;

  • gestione del transfert, che si verifica nel rapporto di Counseling come in tutte le relazioni d’aiuto; il transfert è l’insieme dei sentimenti che il cliente prova verso il counselor, delle proiezioni che egli fa su di lui, il trasferimento sulla sua figura di contenuti inconsci che per lo più risalgono alla prima infanzia o comunque al passato; spesso il cliente reagisce alla figura autorevole del counselor come ai suoi genitori; in questo modo si portano allo scoperto elementi molto utili per conoscere la genesi delle dinamiche presenti del cliente e la loro gestione nel momento presente (che è lo scopo del Counseling); il controtransfert è il fenomeno analogo che avviene dal counselor verso il cliente (la sua risposta al transfert).

Come si svolge il Counseling

È un percorso limitato nel tempo (1-3 anni, su problemi specifici anche solo 3-6 mesi), preceduto di solito da un periodo di prova in cui si valuta insieme se questo tipo di relazione può essere indicata nel caso specifico.

Si può generalmente dividerlo in 3 fasi: comprensione (della situazione del cliente), chiarificazione (degli aspetti impliciti-inconsci del problema), gestione (individuazione dal parte del cliente delle possibili soluzioni). Ma in genere si tratta di un percorso non rigidamente determinato, poco strutturato, che si adatta alle esigenze del cliente.

Vengono usate anche delle tecniche, anche se nel Counseling è più importante saper essere che saper fare; la tecnica non va sopravvalutata ma considerata uno strumento che può essere utile (se usata al momento giusto e nel modo giusto) ma anche dannosa (se il momento è sbagliato); ce ne sono di comuni e di specifiche delle varie scuole:

  • comune a tutte le scuole è l’ascolto attivo: riformulazione (ri-offrire al cliente la sua comunicazione, con le stesse parole o altre adatte, per rimandargli la propria comprensione e verificarla attraverso la sua approvazione), delucidazione (rinviare al cliente il senso di ciò che ha detto, i contenuti impliciti della sua comunicazione), riflesso del sentimento (cogliere la componente emotiva e proporla al cliente verbalizzando in modo chiaro);

  • altre tecniche sono specifiche di ogni indirizzo (es. Psicosintesi, Gestalt, Analisi Transazionale).

Il Counseling è un (relativamente) recente tipo di relazione d’aiuto che si basa su un’intuizione di Carl Rogers, uno degli studiosi e psicoterapeuti che, insieme ad Abraham Maslow e Rollo May, è stato fondatore di quella corrente chiamata psicologia umanistica. La psicologia umanistica ha abbandonato la visione centrata sulla patologia per studiare e valorizzare gli aspetti sani dell’individuo e le sue potenzialità di crescita. A ogni individuo essa ha restituito una natura interiore fondamentalmente positiva, capace di perseguire una autorealizzazione sempre più piena.

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